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Aura Badanti Bologna: Demenza Senile

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view post Posted on 22/4/2016, 09:14




Con la parola demenza senile si designa una condizione contraddistinta da una diminuzione delle prestazione cognitive (quali il ricorso, la logica ed il linguaggio) tale da compromettere le usuali attività (lavoro, hobby, interessi) e relazioni. Alla base della demenza senile, che nella quasi totalità dei casi è progressiva, vi possono essere molte malattie del cervello (la più frequente è la malattia di Alzheimer).

La demenza senile è una condizione contraddistinta da una diminuzione delle prestazione cognitive.

L’uomo lungo il percorso della propria vita subisce progressive modificazioni che si manifestano con una velocità molto variabile da individuo ad individuo. Questa velocità è determinata dalla programmazione delle nostre cellule (fattore genetico) e dallo stile di vita che la persona ha condotto (alimentazione, lavoro, fisico e clima).

Il corpo di conseguenza subisce delle modificazioni: i capelli diventano bianchi e sottili, le masse muscolare si indeboliscono. Assieme agli altri organi anche il cervello subisce alcune trasformazioni: a partire dai 30 anni cominciano a diminuire le strutture di connessione fra una cellula e l’altra. L’insieme delle connessioni fra le cellule evoca l’immagine di un albero, nel processo di invecchiamento del nostro cervello, è come se alcune fronde di questo albero venissero potate e le nuove gemme non avessero più l’opportunità di svilupparsi, il nostro albero quindi a poco a poco si cristallizza.

Questo processo di invecchiamento si accompagna in alcuni casi ad un indebolimento delle funzioni intellettive, fra le quali anche la memoria. Molte persone anziane lamentano infatti fatica ad imparare nuovi informazioni o nuove procedure. L’indebolimento della memoria non è però solo dovuto a fattori biologici, accade infatti che la persona anziana, trovandosi in una fase della vita in cui diminuiscono gli impegni e la responsabilità, tenda a ritirarsi ed a perdere motivazioni.

In altri casi, purtroppo, gli anziani vivono, loro malgrado, situazioni di emarginazione, di solitudine e di perdita di relazioni affettive, la mancanza di stimoli sociali e culturali contribuisce in modo sostanziale ad impoverire la mente. Contrariamente al pensare comune, la demenza senile non rappresenta un finale precostituito dal finale tragico e senza speranze per chi invecchia.

demenza senileAnzi molte persone, novantenni e centenarie, conservano un cervello da invidia: non sono situazioni sporadiche, ma è la dimostrazione lampante che è possibile spingersi alla fine della vita conservando un’ottima salute. In poche parole queste persone sono l’esempio che ci dimostra come sia avverabile diventare vecchio senza essere colpiti dalla demenza senile. E’ pertanto possibile invecchiare mantenendo una sufficiente autonomia e buone capacità intellettive, compresa la memoria, e considerare così la vecchiaia non più soltanto una fase di perdita, ma un periodo di cambiamenti anche positivi.

Sono infatti numerosi gli anziani che, anche in età avanzata, conservano le capacità di svolgere compiti complessi ed impegnativi. Basti pensare alla vivacità intellettuale di alcuni politici, o alle verve creativa di scrittori ultraottantenni.

La demenza rappresenta un problema rilevante dal punto di vista epidemiologico, in particolare nella popolazione anziana: quasi il 11 % degli ultrassessantacinquenni e circa il 21 % degli ultraottantenni che risiedono al domicilio manifestano un grado variabile di deterioramento delle funzioni cognitive. Sulla base delle proiezioni delle Nazioni Unite relative alla popolazione mondiale fino al 2050, il numero di persone affette da demenza senile aumenterà dai 25,5 milioni del 2000 a 63 milioni nel 2030, fino a 114 milioni nel 2050. La demenza senile avrà quindi sempre di più un impatto sulle nostre vite e sulle vite dei nostri cari.

Per la loro dimensione epidemiologica le demenze senili rappresentano oggi una delle principali sfide per i sistemi sociali e sanitari dell’Occidente con notevoli ripercussioni sia sul piano sociale che su quello economico.

Nel 50 – 60 % dei casi la demenza senile è dovuta alla malattia di Alzheimer. Si tratta di una patologia progressiva che prende il nome da Alois Alzheimer, il neurologo che nel 1906 la identificò per la prima volta. In circa il 10 % dei casi la demenza senile è invece dovuta alla cosiddetta arteriosclerosi cerebrale e, in particolare, a lesioni cerebrali multiple (lesioni ischemiche), provocate dall’interruzione del flusso di sangue (è la demenza vascolare). Nel 15 – 20 % dei casi la demenza senile è dovuta alla contemporanea presenza di malattia di Alzheimer e di lesioni ischemiche (la cosiddetta demenza mista). Vi sono poi altre forme di demenza più rare ma ugualmente importanti per le specifiche modalità di presentazione, per la risposta ai trattamenti e per la modalità di trasmissione ereditaria.

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view post Posted on 26/4/2016, 09:10




La medicina sta effettuando delle ricerche approfondite per risalire alle possibili cause della demenza senile. Le conoscenze mediche attuali indicano che nel cervello della persona ammalata si verifica una diminuzione progressiva di cellule cerebrali con il contestuale formarsi di strane placche intorno alle cellule stesse. Queste placche sono costituite da una particolare proteina, la beta amiloide.

Oltre a questa indicazione vi è anche un altro evento particolare: vi sono delle conformazioni tra le cellulare cerebrali costituite da una variante della proteina Tau che si trova nella forma classica anche nelle cellule sane. Questi elementi appena elencati sono delle modifiche generative che coinvolgono il cervello. Per questo motivo gli scienziati e le ultime ricerche sulla demenza senile ipotizzano che alla base di quest’ultima vi siano varie cause che concorrono da individuo ad individuo.

Le ricerche del 2013 sulla demenza senile hanno dimostrato che alcune condizioni cliniche come ipertensione arteriosa, ridotta attività fisica, dislipidemia, obesità e diabete mellito sono degli importanti fattori di rischio.

Per ridurre la possibilità del verificarsi della demenza senile, per contro, vi è l’attività fisica, dieta e alimentazione sana e completa di antiossidanti e acidi grassi insaturi, controllo del peso, dell’adiposità e della pressione arteriosa. Il discorso genetico, come sappiamo, svolge inoltre un ruolo importante nella manifestazione della demenza senile. A parità di esposizione ambientale e di conduzione di vita, talune persone presentano sintomi di demenza senile altre non le presentono oppure le manifestano in maniera ridotta. L’incidenza genetica si ha quando la forma si presenta prematuramente mentre tende a diminuire con la vecchiaia del paziente.

Il rischio per una persona che ha un parente di primo grado con la demenza senile è leggermente più alto della popolazione generale, anche se molto più basso di una persona con un pedigree per la forma presenile.

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view post Posted on 2/5/2016, 07:39




La ricerca e la medicina si sta sforzando da molti anni di riuscire con maggiore tempestività e precisione a determinare la diagnosi precisa per la demenza senile. I tempi moderni vorrebbero infatti che tutte le malattie, comprese la demenza senile, si potessero determinare con un semplice esame del sangue o altri marker clinici o biologici.

Ma questo non è possibile perché nella persona anziana spesso convivono molte altre malattie ed è molto facile che la demenza senile non venga diagnosticata a favore di altre malattie maggiormente visibili. Inoltre anche i medici, talvolta, devono superare diffusi pregiudizi sulla diagnosi della demenza senile ritenuta inutile. Questo atteggiamento è la principale causa della sottostima dei casi di demenza senile: si calcola, infatti, che soltanto un terzo dei pazienti ottiene una diagnosi tempestiva e corretta. La diagnosi invece è molto importante anche nel caso della demenza senile ed è il punto di partenza per un corretto rapporto di cura.

Un corretto approccio diagnostico di fronte a un paziente che manifesta segni di decadimento mentale è di fondamentale importanza per differenziare le forme leggere da quelli più gravi, quelle reversibili da quelle irreversibili. La possibilità di ottenere un ripristino delle normali funzioni mentali è infatti condizionata dalla prontezza con la quale si mette in atto un intervento diagnostico e terapeutico.

Quando ci accorgiamo che uno dei nostri cari oppure noi stessi presentiamo i sintomi indicati nell’altra sezione del sito ci dobbiamo recare immediatamente dal medico curante. La tempestività, in questo caso, non è sinonimo di ansia ma un segno di attenzione di una persona che può avere la demenza senile.

diagnosi demenza senileFar finta di nulla o ignorare il decadimento cognitivo ed intellettuale fa si che il paziente percepisca maggiore frustrazione e senso di abbandono. Ovviamente bisogna cercare un equilibrio non sempre facile tra un atteggiamento eccessivamente preoccupato, che rischia di irritare la persona malata di demenza senile, e un atteggiamento superficiale tendente a trascurare sintomi e problematiche conseguenti.

La diagnosi di demenza senile permette di formulare una prognosi, in termini sia di sopravvivenza sia di evoluzione della malattia; è quindi il presupposto indispensabile per gli interventi terapeutici ma anche per impostare un corretto approccio preventivo e riabilitativo e organizzare gli inteventi di supporto assistenziale al paziente ed alla famiglia.

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view post Posted on 6/5/2016, 07:58




Demenza senile: allucinazioni e deliri

I malati di demenza senile possono presentare allucinazioni e deliri. Con il termine “deliri” si intende la presenza di convinzioni errate della realtà, non facilmente correggibili e che condizionano il comportamento del malato. Le allucinazioni sono percezioni in assenza di stimoli esterni; nella demenza sono prevalentemente visive. Questi sintomi, soprattutto i deliri, sono di comune riscontro nelle persone affette da demenza senile e da demenza vascolare.

In una elevata percentuale i deliri rappresentano un sintomo presente sin dall’esordio della malattia, accanto al disturbo di memoria. Sono prevalentemente di tre tipi: di persecuzione, di latrocinio oppure false identificazioni. Nei primi due tipi il paziente crede che qualcuno gli voglia fare del male oppure voglia sottrargli i suoi averi. Nel terzo tipo, il più frequente, il malato può essere convinto che vi sia un’altra persona nell’abitazione.

Altre volte può non identificarsi nella propria immagine riflessa nello specchio e reagire come di fronte a un intruso o ad un estraneo che è entrato in casa.

Talvolta il malato di demenza senile può dialogare con un personaggio televisivo, credendo che quest’ultimo si rivolga a lui; infine può non riconoscere una persona familiare e scambiarla per un’altra. Molto frequente è l’identificazione della moglie con la propria madre. In presenza di allucinazioni e deliri è opportuno tentare, con tatto e discrezione, di riportare il paziente a un rapporto corretto con la realtà.

Tuttavia questo comportamento può irritare il malato che si sente contraddetto in una cosa di cui è convinto. In altri casi può essere utile distrarlo; talvolta è necessario impedire che guardi la televisione ed eliminare le superfici riflettenti a specchio. Se il delirio è insistente ed è fonte di ansia o agitazione per il malato è possibile ricorrere ai farmaci, spesso efficaci.

Il familiare talvolta rimane colpito dai comportamenti del paziente malato di demenza senile, soprattutto quando allucinazione e deliri interferiscono con i rapporti personali. E’ utile discutere di queste problematiche con il proprio medico, per comprenderne la natura, che è sempre assolutamente slegata da qualsiasi evento reale o sentire personale e per affrontarle senza angosce; peraltro un atteggiamento sereno è il modo migliore per esercitare il difficile compito dell’assistenza evitando di aggravare la sintomatologia del paziente.

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view post Posted on 9/5/2016, 10:53




Suggerimenti per i famigliari

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view post Posted on 13/5/2016, 08:01




Con demenza frontotemporale si vogliono indicare delle demenze neurodegenerative che si configurano come la prima causa di demenza pre-senile. Questa patologia insorge dopo i 52 anni ed è abbastanza rara, sebbene la famigliarità e taluni fattori genetici fanno aumentare la propensione del singolo. Quali sono i sintomi? Questo tipo di demenza si può riconoscere perché il soggetto, in età pre-senile, perde la capacità di pianificare e di organizzare le proprie azioni per portare a termine un obiettivo.

Si perde, in parole povere, la capacità di pensare a fare qualcosa e la capacità di farlo. Da questo insorgono dei disturbi tanto del ragionamento quanto del linguaggio. Un campanello d’allarme, quindi, potrebbe essere un comportamento strano da parte di un over 50. Il tutto, ovviamente, ha delle ripercussioni sia sulla condotta che nelle scelte personali e se non si è più in grado di intendere e di volere a pieno è pericoloso.



Un altro campanello d’allarme si deve ravvisare nel fatto che le persone affette da tal tipo di patologia divengono disinibite anche in situazioni in cui dovrebbero essere più contenute. Molto spesso queste persone parlano troppo, ma in maniera poco fluida. Infatti, uno dei sintomi di questa malattia è l’afasia progressiva non fluente che comporta il deterioramento della produzione verbale, man mano che si vanno a ledere le funzioni cognitive.

Ovviamente, si perde gradualmente la memoria e questa è una delle maggiori complicazioni della malattia. Ma si può curare? Trattandosi di una malattia degenerativa, non esistono terapie definitive che possano debellare il male, ma comunque si può intervenire con farmaci e simili per cercare di arginare i danni più gravi a carico del sistema. Si possono cercare di correggere i disturbi del comportamento e quelli del linguaggio, ma guarire al momento non è possibile. Spesso, solo dopo la morte si può individuare precisamente cosa è accaduto al corpo del malato e studiare a fondo quali sono state le cause.

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view post Posted on 16/5/2016, 08:20




Mentre i sintomi della demenza possono variare notevolmente, almeno due delle seguenti funzioni mentali principali devono essere compromesse in modo significativo per essere considerate demenza:

- la memoria
- la comunicazione e il linguaggio
- la capacità di concentrarsi e di prestare attenzione
- il ragionamento e il giudizio
- la percezione visiva

Le persone affette da demenza possono avere problemi con la memoria a breve termine, come il sapere dove si trovano borse o portafogli, il pagare le bollette, il pianificare e preparare i pasti, il ricordare gli appuntamenti o il viaggiare in zone non vicine a casa.

Molte forme di demenza sono progressive, vale a dire, i sintomi si manifestano lentamente per poi peggiorare gradualmente. Se Lei, o una persona cara, sta riscontrando difficoltà di memoria o altri cambiamenti nelle capacità di pensare, non le ignori. Consulti un medico per determinarne la causa. Una valutazione professionale potrebbe rilevare una condizione curabile. E anche se i sintomi suggerissero la demenza, la diagnosi precoce permette a una persona di ottenere il massimo beneficio dalle cure disponibili, e offre l'opportunità di fare il volontario per le sperimentazioni cliniche o gli studi. La diagnosi dà anche il tempo necessario per programmare il futuro.

Molte persone hanno problemi di perdita di memoria — questo non significa che hanno il morbo di Alzheimer o un altro tipo di demenza
Vi sono molte diverse cause dei problemi di memoria. Se Lei o una persona cara state riscontrando sintomi preoccupanti, recatevi da un medico per conoscerne la causa. Alcune cause di sintomi simili a quelli della demenza possono essere rimediate.

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view post Posted on 19/5/2016, 07:55




Ancora sulle cause della demenza senile.
La demenza è causata da danni subiti dalle cellule cerebrali. Questo danno interferisce con la capacità delle cellule cerebrali di comunicare tra loro. Quando le cellule cerebrali non possono comunicare normalmente, il pensiero, il comportamento e le sensazioni ne risentono.

Il cervello ha molte regioni distinte, ciascuna delle quali è responsabile di diverse funzioni (ad esempio, la memoria, il giudizio e il movimento). Quando le cellule in una determinata regione sono danneggiate, tale regione non può svolgere le proprie funzioni normalmente.

Diverse tipologie di demenza sono associate a particolari tipi di danni subiti dalle cellule cerebrali in determinate regioni del cervello. Ad esempio, nel caso del morbo di Alzheimer, elevati livelli di certe proteine all'interno e all'esterno delle cellule cerebrali rendono difficile alle cellule cerebrali di rimanere sane e comunicare tra loro. La regione del cervello chiamata ippocampo è il centro dell’apprendimento e della memoria nel cervello, e le cellule cerebrali in questa regione sono spesso le prime a essere danneggiate. Ecco perché la perdita della memoria è spesso uno dei primi sintomi del morbo di Alzheimer.

Mentre la maggior parte dei cambiamenti nel cervello responsabili della demenza sono permanenti e peggiorano con il tempo, i problemi del pensare e della memoria causati dalle seguenti condizioni possono migliorare quando tale condizione viene curata o affrontata:

- Depressione
- Effetti collaterali di farmaci
- Uso eccessivo di alcol
- Problemi di tiroide
- Carenze vitaminiche

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view post Posted on 23/5/2016, 08:22




Impatto economico nazionale

Con oltre 6 milioni di casi di Demenza Senile, le cinque maggiori nazioni europee sostengono un peso economico grande e crescente. Per esempio nel Regno Unito i costi totali diretti della malattia di Alzheimer sono stati stimati annualmente tra i 7.06 miliardi e i 14.93 miliardi di sterline. Si tratta di una malattia relativamente dispendiosa in termini di costo economico, se confrontata con l’infarto, le malattie cardiache e il cancro.
Una stima dei costi della Demenza Senile non può prescindere, inoltre, dalla valutazione dei costi indiretti (principalmente il valore del tempo attivo perso dai pazienti e dai caregiver e il valore delle vite perse prematuramente). È spesso difficile per i caregiver quantificare il tempo occupato nell’assistere il loro caro, lontano dalle loro attività, ed è difficile quantificare un costo per la valutazione di questo tempo.

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Impatto sulla famiglia/sui caregiver

L’impatto psicologico, emotivo, sociale ed economico della malattia sulle famiglie e su quanti vivono con un malato di Alzheimer è enorme. Famiglie e amici di persone affette da Demenza Senile sopportano pesi psicologici e finanziari, e i caregiver stessi sono ad alto rischio di incorrere in problemi fisici e di salute mentale. Tra i caregiver recentemente intervistati in Francia, Italia, Spagna, Regno Unito e Australia, il 77% pensa che assistere una persona affetta da malattia di Alzheimer sia “faticoso”, il 66% pensa che sia “impegnativo” e il 57% lo considera “deprimente” a causa dei sacrifici richiesti. Il 75% dei caregiver rivela di non essere più in grado di avere una vita sociale, il 63% dice di non avere più la possibilità di prendersi periodi di vacanza.
Lo stesso studio ha rilevato che l’80% delle persone affette da Demenza Senile vengono curate a casa e la maggioranza riceve assistenza da familiari o amici. 6 Spesso viene intrapresa l’assistenza domestica nel tentativo di continuare a mantenere autonome le persone affette da demenza e ritardare così il ricovero il più a lungo possibile. In Europa risultano parecchie le ragioni alla base della scelta dell’assistenza domiciliare: un numero limitato di ospizi, alti costi per le strutture di lunga degenza e una preferenza di tipo etico-culturale nel mantenere a casa i genitori anziani con le loro famiglie.

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view post Posted on 12/9/2016, 09:21




La demenza vascolare, nota anche come demenza multinfartuale o deterioramento cognitivo vascolare, è una demenza causata da problemi nell'afflusso di sangue al cervello, solitamente a causa di una serie di ictus minori.[1] La demenza vascolare è la seconda più comune, negli anziani, di demenza dopo la malattia di Alzheimer.[2][3] Si ritiene che la demenza vascolare sia irreversibile ed è causata da una serie di piccoli ictus o talvolta da uno di grande portata preceduto o seguita da altri inferiori.[4] Il termine si riferisce ad un gruppo di sindromi causate da diversi meccanismi tutte causate da lesioni vascolari nel cervello. La diagnosi precoce e accurata sono importanti, così come la demenza vascolare è almeno in parte prevenibile.

Alcuni principali segni di presentazione di questa condizione sono: un infarto in un punto strategico (che influenzi il talamo o l'arteria cerebrale anteriore, i lobi parietali o la corteccia cingolata), più infarti cerebrali, lesioni emorragiche.

Le lesioni vascolari possono essere il risultato di una malattia cerebrovascolare diffusa, come una malattia dei piccoli vasi o lesioni focali, ma solitamente si verificano entrambi. La demenza mista viene diagnosticata quando i pazienti hanno evidenza di demenza di Alzheimer e malattie cerebrovascolari, sia clinicamente che sulla base dell'imaging neurologico che evidenzi lesioni ischemiche. In pratica, la demenza vascolare e la malattia di Alzheimer spesso coesistono, soprattutto nei pazienti più anziani.

La demenza vascolare è talvolta innescato da angiopatia cerebrale amiloide, che comporta l'accumulo di placche betamiloide nelle pareti delle arterie cerebrali, con conseguente rottura o ostruzione dei vasi. Poiché le placche amiloidi sono una caratteristica della malattia di Alzheimer, la demenza vascolare può verificarsi come conseguenza. Tuttavia, l'angiopatia amiloide può apparire anche in persone senza una condizione di demenza preliminare e alcune placche beta-amiloidi sono spesso presenti in persone anziane.

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view post Posted on 15/9/2016, 14:22




Il canto può aiutare a contrastare la demenza senile.
Secondo la neuroscienza cantare attiva parti cruciali del nostro cervello legate alla memoria. Se ci pensiamo bene, in effetti, ricordare i testi e la melodia delle canzoni richiede una buona memoria.

Quando riusciamo ad imparare una canzone, difficilmente la dimentichiamo. Una volta che il ricordo di una canzone si è formato infatti tende a rimanere molto forte nella nostra memoria. Il vantaggio delle canzoni è che il ritmo e la melodia aiutano a memorizzare il testo. Quando ascoltiamo una canzone e vogliamo memorizzarla il nostro cervello è attivo su più fronti.

Negli anziani che soffrono di demenza senile la musica può diventare un canale di comunicazione molto importante quando altre abilità stanno venendo a mancare. Una persona – anche se è triste pensarlo – potrebbe non riuscire più a riconoscere i propri famigliari ma nello stesso tempo potrebbe essere in grado di ricordare e di cantare una canzone.

Gli esperti si stanno soffermando sul ruolo della musica e del canto come strategie per migliorare la memoria e per contrastare la demenza senile. Uno studio in proposito è stato condotto da un gruppo di ricerca guidato da Carol Kruumhansl presso la Cornell University.

I ricercatori hanno scoperto che la maggior parte delle persone sono in grado di riconoscere canzoni molto famose come Hey Jude dei Beatles o Thriller di Michael Jackson dopo aver ascoltato solo un secondo del brano.

Altri studi hanno indagato la memoria musicale e hanno iniziato a comprendere che molto probabilmente questo tipo di memoria viene conservato in chi soffre di demenza senile.

Un ulteriore studio condotto da Jorn-Henrick Jacobsen ha scoperto che i ricordi delle vecchie canzoni attivano aree del cervello molto specifiche: il cingolo anteriore caudale e l'area motoria supplementare pre-ventrale. Pare proprio che queste aree del cervello riescano a resistere agli effetti dannosi del morbo di Alzheimer.

Nel corso del tempo l’idea che le persone con demenza senile possano beneficiare del canto e di altre attività musicali si è fatta strada sempre di più tanto che alcune associazioni che si occupano dei pazienti malati di Alzheimer hanno iniziato a proporre dei momenti dedicati alla musica e al canto.

Proprio il momento del canto e dell’ascolto della musica sta diventando fondamentale per ritrovare il legame tra i pazienti e i loro figli o i loro nipoti, dato che cantare diventa un vero e proprio canale di comunicazione e rende piacevole un momento da trascorrere in compagnia.

Sembra proprio che il cervello dei pazienti con demenza senile non voglia rinunciare alla musica e al canto. Gli esperti si sono anche chiesti come mai proprio il canto sia un’attività così importante per queste persone.

Una delle possibili risposte è molto semplice. La musica è una delle ancore più potenti nella comunicazione. Fa nascere emozioni e soprattutto evoca ricordi del passato. Sono proprio i ricordi che riescono a rafforzare il nostro senso di identità e può darsi che la musica e il canto servano a chi soffre di demenza per ritrovare se stesso.

Ad esempio una persona anziana malata di Alzheimer potrebbe ricordare qualcosa di quando era ragazzo ascoltando una vecchia canzone. Senza contare che la musica è un ingrediente di base per la comunicazione emotiva e che il canto può aiutare i pazienti e i loro famigliari a riallacciare i rapporti.

La musica – per tutti, non solo per chi soffre di demenza senile – può diventare un’occasione davvero importante per rilassarsi, per ricaricarsi o semplicemente per cantare, per ballare e per trascorrere del tempo in compagnia divertendosi.

Si parla inoltre molto di musicoterapia e dell’utilizzo della musica negli ospedali per aiutare i pazienti a trascorrere meglio il periodo di degenza. Ascoltare la musica giusta favorisce il relax e riduce lo stress, aiuta a ridurre la percezione del dolore e i sintomi della depressione.

Serviranno ulteriori studi per confermarlo ma secondo i ricercatori dal lato pratico è già evidente che la musica e il canto possano contribuire a migliorare l’umore, ma memoria e la qualità della vita complessiva delle persone affette da demenza senile. In particolare, la musica diventa un canale di comunicazione fondamentale quando tutte le altre possibilità sono chiuse.

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view post Posted on 11/7/2017, 07:56




Mangiare un’arancia al giorno potrebbe ridurre il rischio di demenza, come ha dimostrato uno studio condotto presso l’Università Tohuku in Giappone. L’acido citrico degli agrumi contiene la nobiletina, che potrebbe essere in grado di rallentare le disfunzioni cognitive.

Lo studio è importante per analizzare gli effetti che il consumo di agrumi potrebbe avere su un gran numero di persone maggiormente a rischio di incorrere nella demenza. I ricercatori hanno monitorato più di 13 mila uomini e donne di mezza età o anziani per diversi anni.

Hanno trovato che un consumo quotidiano di arance, pompelmi, limoni o lime può ridurre del 23% il rischio di sviluppare una condizione di demenza rispetto a coloro che consumano gli agrumi meno di due volte alla settimana.

Anche studi precedenti avevano scoperto questa relazione. Nessuno però aveva esaminato in maniera dettagliata il rapporto tra il consumo di agrumi e il tasso di demenza. Gli studiosi giapponesi hanno suggerito che il consumo frequente di agrumi è legato ad un’azione preventiva di protezione del cervello.
Si calcola che soltanto nel Regno Unito la demenza senile interesserà il 60% della popolazione entro il 2040. Un dato allarmante che fa capire ancora di più la rilevanza di questo studio nell’aver trovato una forma di prevenzione che potrebbe rivelarsi efficace.

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view post Posted on 26/7/2017, 07:51




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