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Ansia e Depressione: nozioni generali

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view post Posted on 19/9/2016, 08:07




La personalità è uno dei fattori più importanti nel condizionare il grado di adattamento: soggetti con caratteristiche psicologiche di rigidità, autoritarismo, egocentrismo o insicurezza, labilità, eccessiva passività possono avere notevoli difficoltà nell'adattarsi alle nuove condizioni dettate dalla vecchiaia.
Una carenza nelle abilità di gestione dei rapidi cambiamenti che si verificano, può portare a risposte ansiose e depressive fino all'instaurarsi di situazioni francamente patologiche.

Ansia
L' ansia non sempre è uno stato disfunzionale, patologico, da curare. Frequentemente è avvertita come un senso d'apprensione a fronte di preoccupazioni per eventi imminenti e reali. Questo tipo di ansia è una reazione normale a una circostanza specifica. L'ansia patologica scatena invece un senso di pericolo incombente che si associa praticamente a qualsiasi situazione di incertezza: si tratta di un intenso disagio psichico, generato dalla sensazione di non essere in grado di fronteggiare gli eventi futuri. Una percezione sottostimata delle proprie risorse rispetto alle richieste ambientali, che perdura nel tempo può generare un sentimento di continuo allarme, frequentemente accompagnato da sintomi fisici: tensione muscolare, sudorazione intensa, senso di chiusura o pesantezza allo stomaco, difficoltà respiratorie, tremori, debolezza, tachicardia, ecc. Situazioni di questo tipo possono inoltre alimentare pensieri e sensazioni di impotenza che generano risposte astensionistiche, alimentando circoli viziosi che conducono a depressione.
Nell'anziano i disturbi d'ansia presentano alcune particolarità: ad esempio, riguardo alle fobie, l'oggetto fobico è frequentemente associato al tema della sicurezza (paura di essere derubati, aggrediti, di avere incidenti nel traffico…). Nell'anziano bisogna inoltre tener conto dell'interazione con alcuni farmaci e degli effetti di alcune malattie, nonché degli effetti paradossi degli stessi farmaci ansiolitici.

Depressione
La depressione, è un disturbo dell'umore caratterizzato da sentimenti di malinconia, e abbattimento, a cui si accompagna spesso, sul piano fisico, l'astenia, cioè una condizione più o meno accentuata di fiacchezza e mancanza di energia. Questa situazione si associa ad alcuni sintomi, quali: calo dell'interesse e del piacere nelle attività giornaliere, abbassamento del tono dell'umore, sentimenti di colpa e mancanza di autostima, pensieri di morte e di suicidio, agitazione e rallentamento psicomotorio, disturbi del sonno, disturbi dell'appetito, difficoltà di concentrazione e di memoria, senso di persistente insicurezza.
La depressione nella terza età è una patologia sottovalutata, anche a causa di pregiudizi che portano a ritenere che questi sintomi siano caratteristici degli anziani, che, invecchiando, hanno sviluppato una peggiore visione di sé, del loro contesto sociale, del loro futuro.
Inoltre, non sempre l'anziano manifesta depressione attraverso l'espressione di tristezza e abbattimento. Sono invece caratteristici nel quadro sintomatologico depressivo dell'anziano: irritabilità, tendenza al ritiro sociale e sintomatologia somatica (astenia, dolori). Tutti questi elementi rendono più difficoltosa la diagnosi e il relativo trattamento.
Nella letteratura sono indicati come fattori di rischio per la depressione nell'anziano: condizione di lutto, presenza di disturbi del sonno, disabilità, precedente depressione e genere femminile (Cole & Dendukuri, Am J Psychiatry 2003). Nella valutazione diagnostica vanno tenuti in conto anche fattori di ordine biologico, quali eventuali pregressi episodi depressivi maggiori, familiarità. Possono trovarsi anche forme depressive ad esordio tardivo, frequentemente correlate con patologie esordite in vecchiaia, per lo più di carattere neurologico (es. demenze).


Trattamento
Il trattamento della depressione dipende dalla tipologia e dalla gravità di tale condizione patologica. Nella gestione di ansia e depressione è utile associare, all'eventuale terapia farmacologica, tecniche di rilassamento e interventi psicoterapici che aiutino il paziente a correggere la visione distorta di sé stesso e delle sue paure, che supportino l'autoaffermazione e l'individuazione di modalità di adattamento più funzionali. È utile anche la terapia di gruppo, convenzionale o analogica (danza terapia, musicoterapia) in cui, oltre ad incrementare le abilità sociali, i pazienti possono confrontarsi su rispettive paure e sentimenti depressivi, attivandosi per trovare modi adeguati di gestirli.

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view post Posted on 22/9/2016, 15:53




fonte www.salute-e-benessere.org/salute/t...atenare-lansia/

La paura e la preoccupazione sono due principali tipi di ansia: entrambe le esperienze sono il risultato di sistemi di allarme nel nostro cervello, perché la nostra mente ci avverte di qualcosa. Per esempio, una persona di fronte a una minaccia immediata potrebbe sentire un impeto di paura; inoltre, una persona può preoccuparsi per qualcosa in futuro. L’ansia fa parte della vita.

Quando gli psichiatri usano il termine “disturbo“, stanno dicendo che una persona ha difficoltà cronica o una vera e propria menomazione che potrebbero trarre beneficio dal trattamento.

Circa il 20% della popolazione adulta soffre di un disturbo d’ansia. Ne abbiamo parlato con il Dr. Eric Lenze, psichiatra geriatrico presso la Washington University, specializzato in disturbi d’ansia e depressione. Attualmente lo scienziato sta reclutando adulti di 60 anni e oltre per un nuovo studio sul trattamento della depressione.

I principali tipi di disturbi da ansia, dice Lenze, sono i seguenti:

• disturbo d’ansia generalizzato (preoccuparsi troppo)
• disturbo di panico (intensa sensazione di paura conseguente ad attacchi di panico)
• fobie (paure eccessive di certe cose o situazioni)

Gli adulti più anziani con diagnosi di depressione clinica (stato d’animo triste o disinteresse alle cose per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno) spesso soffrono di ansia. La maggior parte dei disturbi da ansia ha il suo picco in giovane età, ma l’eccezione è che tendiamo a provare più preoccupazione con l’età e, di conseguenza, circa il 7% degli adulti più anziani prova dei disturbi da ansia. Gli anziani sono più soggetti a problemi di salute derivanti da questi disturbi: in primo luogo, l’eccesso di ansia può causare mancanze cognitive (memoria e concentrazione) e, in secondo luogo, alcuni farmaci utilizzati per ridurre l’ansia possono causare effetti indesiderati. Quando l’ansia è cronica (dura, cioè, da mesi o da anni), diventa angosciante e compromette la quotidianità, richiede un trattamento che, di norma, varia di persona in persona. Un medico probabilmente potrà prescrivere farmaci; un terapista aiuterà a imparare gli strumenti per gestire e ridurre l’ansia.

Il tipo più comune di terapia per il trattamento dei disturbi da ansia si chiama terapia cognitivo-comportamentale. In questo trattamento, i clienti imparano a riorganizzare i loro pensieri sull’ansia (ad esempio, un pensiero durante un attacco di panico: aiuto, sto per morire), e a ridurla attraverso il rilassamento.

Uno degli aspetti più invalidanti dell’ansia è il comportamento eludente. Ad esempio, una persona che soffre di attacchi di panico può smettere di uscire per timore di un attacco in pubblico. Per il trattamento di comportamento simile, i terapeuti cognitivo-comportamentali usano una tecnica chiamata “esposizione”. Questa tecnica consiste letteralmente nell’affrontare le proprie paure.

A volte, l’ansia grave e di relativamente nuova insorgenza, è attribuibile a un farmaco che provoca ansia o l’arresto improvviso di un farmaco sedativo. Inoltre, alcune condizioni mediche come l’ipertiroidismo possono causare questi sintomi: qualsiasi adulto con una insorgenza grave dovrebbe controllare con il proprio medico la possibilità di una eventuale ragione medica o correlata ad un farmaco.

I farmaci più utilizzati più spesso per l’ansia – Xanax, Valium e Klonipin – sono sedativi e tranquillanti. Sono causa di deterioramento cognitivo e tempo di reazione alterata negli anziani. La ricerca ha dimostrato che i farmaci antidepressivi, in combinazione con la terapia cognitivo-comportamentale, mettono in grado di gestire in modo efficace l’ansia nei soggetti adulti più anziani. I ricercatori stanno esaminando anche un approccio chiamato “mindfulness” (letteralmente: “essere nel qui e ora”) una soluzione che si pratica attraverso la meditazione e lo yoga. Un altro approccio importante è la cura contro la depressione, dal momento che molti adulti anziani che soffrono di ansia hanno anche problemi di depressione.

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view post Posted on 26/9/2016, 08:22




Approfondimenti sulla depressione

​La depressione è una malattia caratterizzata da una alterazione del tono dell’umore che si manifesta con malinconia, tristezza, voglia di piangere senza motivi precisi, tendenza ad isolarsi dal resto del mondo, perdita di interesse per le cose abituali come leggere i giornali, guardare la televisione, frequentare gli amici, uscire di casa; colpisce il 15 per cento della popolazione anziana.

È possibile prevenire la depressione cercando di evitare o risolvere eventuali fattori di rischio, ma anche seguendo una dieta sana ed equilibrata che aumenta il benessere generale dell’organismo. Recenti studi hanno svelato che, nel piatto, non devono mancare cibi ricchi di sali minerali, in particolare ferro e selenio, presenti nelle verdure verdi a foglia larga e nella golosa cioccolata. Abbondante deve essere anche l’apporto di vitamina C, di cui sono ricche le arance. Dal Giappone i ricercatori fanno sapere che un consumo di 4 tazze di tè verde al giorno migliora l'umore e allevia i sintomi della depressione in tarda età.
Sintomi e caratteristiche

La depressione senile è causata solitamente da malattie dovute all’invecchiamento fisico e mentale, oppure a situazioni sociali ed economiche disagiate.I principali fattori sono:
- isolamento sociale;
- invalidità e dipendenza dall'aiuto di altre persone;
- diminuzione delle risorse economiche;
- perdita del proprio status sociale;
- perdita del lavoro;
- ripetute esperienze di lutto o di perdita;
- cattivo adattamento alle malattie;
- cattivi meccanismi di difesa dall'angoscia della morte.

I sintomi che caratterizzano uno stato depressivo nelle persone in età avanzata sono gli stessi che si manifestano nelle persone più giovani: senso di debolezza al minimo sforzo, mal di testa, palpitazioni, dolori, vertigini, dispnea, difficoltà respiratorie. Tuttavia, identificare la depressione senile non è sempre facile, perché i primi sintomi depressivi negli anziani vengono spesso collegati a problemi fisici e mentali dovuti all’età. Gli anziani depressi inoltre, diversamente dalle persone affette da demenza, che mostrano evidenti e frequenti disturbi del comportamento, difficilmente si fanno notare e la loro condizione di disagio raramente viene rilevata e trattata adeguatamente.

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view post Posted on 29/9/2016, 09:23




Episodio singolo e depressione ricorrente

La maggior parte degli episodi depressivi diagnosticati nell’anziano è costituita da recidive di disturbi dell’umore ad insorgenza precoce, unipolari o bipolari. In questi casi la sintomatologia tende ad essere più “tipica” e il decorso assume meno di frequente un andamento cronico.

Nel caso invece in cui la depressione compaia nell’anziano per la prima volta, deve essere valutato accuratamente il ruolo degli eventuali disturbi medici e neurologici associati e, dal punto di vista delle cause, assumono maggiore importanza le modificazioni legate all’età.

Depressione e invecchiamento condividono caratteristiche comuni, ad esempio la ridotta concentrazione dei neurotrasmettitori cerebrali.
Questo ha suggerito che l’anziano possa essere “predisposto” alla depressione a causa delle modificazioni proprie dell’invecchiamento.

Alcuni autori hanno confrontato le depressioni ad esordio tardivo con le recidive di quelle insorte in età giovanile. Le prime presentano sintomi e caratteristiche di decorso differenti rispetto a quelle ad esordio precoce: è meno importante la predisposizione genetica, l’anamnesi familiare è spesso negativa, vi è una minore tendenza al decorso bipolare o unipolare ricorrente, assumono maggiore importanza gli eventi di vita come fattori scatenanti, sono più spesso correlati a disturbi internistici e neurologici concomitanti.

La depressione ad insorgenza tardiva è più frequente nei maschi e il decorso tende ad essere cronico. I sintomi depressivi sono considerati più lievi, se si eccettuano i sentimenti di colpa, mentre è elevata la quota ansiosa e sono frequenti le preoccupazioni ipocondriache, le somatizzazioni, l’agitazione, le idee deliranti e di riferimento.

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view post Posted on 6/10/2016, 10:02




Approfondimenti sull'ansia

L’ansia è un’emozione universale che, di per sé, non sarebbe inadeguato provare poiché rappresenta una parte necessaria della risposta allo stress. Essa rappresenta, infatti, un meccanismo di difesa volto ad anticipare la percezione del pericolo prima ancora che si sia chiaramente manifestato, mettendo in moto i meccanismi fisiologici che spingono, da un lato all’esplorazione per individuare il pericolo ed affrontarlo nella maniera più adeguata e, dall’altro, all’evitamento, alla fuga. È per questo che tutti noi ne abbiamo esperienza diretta e siamo così in grado di comprendere immediatamente l’ansia degli altri e di immedesimarci nel loro stato d’animo.
Nella nostra vita -a meno di non vivere sotto una campana di vetro- sono pluriquotidiane le situazioni che possono attivare l’ansia: nella maggior parte dei casi si risolvono positivamente, senza provocare conseguenze negative, ed il superamento di queste esperienze, in quanto fenomeno fisiologico, rappresenta un elemento fondante dello sviluppo e della maturazione della personalità.
Se, però, non riusciamo a superare positivamente una situazione di pericolo o se allo stato d’allarme non corrisponde un pericolo reale da affrontare e risolvere, allora l’ansia, diviene una risposta sproporzionata o irrealistica ed assume la connotazione di un disturbo psichico che, invece che elemento di crescita e maturazione, diventa un elemento di disgregazione della personalità e che, invece di favorire l'adattamento all'ambiente, provoca disadattamento e rende necessario un intervento terapeutico.

Possiamo distinguere due tipi di ansia, l’ansia-tratto e l’ansia-stato:

- L’ansia-tratto è una caratteristica relativamente stabile della personalità, un atteggiamento comportamentale che riflette la modalità con cui il soggetto tende a percepire come pericolosi o minacciosi stimoli e situazioni ambientali. I soggetti con ansia-tratto più elevata mostrano una reattività maggiore ad un numero maggiore di stimoli: questi soggetti hanno maggiore probabilità di presentare ansia-stato anche in circostanze a basso "potenziale ansiogeno" o di sperimentare livelli più elevati di ansia-stato a parità di stimoli. Fa parte delle caratteristiche di personalità e non è di per sé espressione di patologia, anche se, quando è elevata, può essere un elemento predisponente alla patologia ansiosa. Non è facilmente modificabile se non (in qualche misura) con un lavoro di psicoterapia.

- L’ansia-stato può essere definita come un’interruzione del continuum emozionale; si esprime attraverso una sensazione soggettiva di tensione, apprensione, nervosismo, inquietudine, ed è associata ad attivazione del sistema nervoso autonomo. Alti livelli di ansia-stato risultano particolarmente spiacevoli, dolorosi e disturbanti tanto da indurre il soggetto a mettere in atto dei meccanismi comportamentali di adattamento per evitare o ridurre queste sensazioni. Se però questi meccanismi non raggiungono lo scopo, possono provocare comportamenti maladattivi che aumentano l’ansia ed avviano (o perpetuano) una spirale patologica. E', entro certi livelli di gravità e di durata, una reazione normale agli avvenimenti; al di là di quei livelli si entra nel campo della patologia, cioè nel campo dei disturbi d’ansia, che è ciò che interessa a noi in questa sede.

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view post Posted on 25/10/2016, 08:52




Senso di costrizione al petto, battiti accelerati, difficoltà a fare qualunque cosa sono i principali sintomi dell'ansia; apatia, svogliatezza, tristezza perenne, invece quelli della depressione.
Disturbi dell'umore, che colpiscono sempre di più la popolazione occidentale, investita di responsabilità, di stress e sempre di corsa per riuscire a fare al meglio ogni cosa.
Bisognerebbe imparare un po' dalle filosofie orientali, che insegnano la respirazione, la meditazione e lo yoga per rimanere calmi e sereni.
Inoltre, medici e specialisti, consigliano anche di muoversi e fare attività fisica che non solo aiuta a rinforzare l'apparato cardiocircolatorio, ma consente di allontanare la tristezza e lo stress.
Quali sono gli sport più adatti che migliorano ansia e depressione?

Il ballo
Il più delle volte una delle principali cause dell'ansia è la difficoltà a lasciarsi andare e a fidarsi delle situazioni e delle persone. Per superare questa situazione i balli, soprattutto di coppia come il tango o i latino americani, aiutano ad affidarsi e “abbandonarsi” all'altro.
Oltre ad avere benefici per la salute del cuore e delle articolazioni, la danza stimola serotonina e dopamina che sono potenti antidepressivi naturali!
Perciò chi si sente solo e depresso dovrebbe andare a ballare qualche giorno a settimana!

La corsa e la camminata
Tra gli sport più “facili” e meno costosi da praticare c'è la corsa e la camminata: servono solo delle buone scarpe da ginnastica e la volontà.
Non è necessario diventare un maratoneta, ma per superare ansia e depressione sono sufficienti delle sessioni di running almeno 2/3 volte a settimana in base al proprio allenamento.
Secondo uno studio del 2006 pubblicato su Psichiatry & neuroscience durante una corsa di almeno 30 minuti vengono rilasciate le endorfine, responsabili del buon umore e del sonno che funzionano come degli oppioidi naturali.
Se credete di non essere sufficientemente preparati va benissimo anche camminare a passo veloce perché poi vi sentirete subito meno ansiosi e anche i battiti cardiaci accelerati rallenteranno.

Il trekking
Sono molte le ricerche che sostengono come la camminata nella natura stimoli le endorfine e sia perciò benefica!
Quando si pratica il trekking la sensazione che si prova ad arrivare in cima e godersi il panorama fa sentire soddisfatti di se stessi.
Inoltre durante il percorso i numerosi rumori stimolano il cervello e placano quel senso di ansia e soffocamento che spesso ci pervade nei momenti di intenso stress.
Secondo il Walking for Healt Program inglese, passeggiare a ritmo sostenuto in un ambiente naturale aiuta a stare bene, essere più ottimisti e meno depressi.
Chi soffre di attacchi di panico associa la tachicardia e l'affanno a questi sintomi; se invece queste manifestazioni corporee vengono ricollegate all'attività fisica e al benessere che ne deriva si assisterà a un decondizionamento e diventeranno meno problematici.


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view post Posted on 2/11/2016, 15:06




Alzi la mano chi non ha mai sofferto di ansia?

Forse sono veramente poche le persone che possono realmente sottrarsi a questa domanda. Stress e ansia sono costantemente tra di noi, a volte in sordina, in alcuni casi tentano di prendere il sopravvento, altre volte ti sembrano invincibili.

Sappi che non è così, tutto passa per prima cosa dall’ammetterlo e poi dal prendersene cura. Il fatto che esistano delle app dovrebbe già farti capire che non sei l’unico ad avvertire certi sintomi, ma ricordati che non tutto può risolversi con un’app e quindi ti consigliamo di non sottovalutare mai ciò che avverti. Di seguito trovi solo dei suggerimenti che il tuo smartphone, perennemente con te, può darti per farti stare meglio, non per risolvere per sempre la situazione.

Pacifica

Questa app fornisce la possibilità di registrare e classificare il tuo stato d’animo, per verificarne l’andamento e seguirne i progressi. Interessanti sono anche i suggerimenti per quel che riguarda gli esercizi fisici di rilassamento muscolare, tool audio che li facilitano e tecniche di respirazione, elementi da non trascurare quando si soffre d’ansia.

Inoltre, non da poco, Pacifica consente di registrare i pensieri e suggerisce modelli positivi rigettando i concetti negativi che alle volte si fissano in testa, quindi un’operazione di pulizia dalla negatività che pervade la tua mente, caro/a ansioso/a!

Infine, fissando degli obiettivi quotidiani, l’app aiuta gradualmente ad affrontare la paura attraverso sfide quotidiane, con lo scopo di condurti verso i tuoi obiettivi a lungo termine. Disponibile a costo zero per Android, iOS.

ansia_pacifica

Breathe2Relax

Quest’app, dal nome di per sé molto esplicativo, si definisce come uno strumento portatile di riduzione dello stress, facendo leva principalmente sulla risposta del corpo.

Basa il suo funzionamento sulla respirazione diaframmatica, donando al proprio fisico tutti i benefici di una respirazione corretta, principalmente come risposta a momenti di pressione e stress. Insomma, un vademecum sull’inspirare e l’espirare.

L’utente può registrare il proprio livello di stress e l’app fornisce una serie di consigli avvalendosi di animazione, narrazione e video per regalare un’esperienza più coinvolgente. Puoi trovarla gratuitamente per iOS e Android.

Breathe2Relax

Headspace

Definita come “personal trainer per la mente”, Headspace dà un supporto per tutto ciò che ruota intorno all’eccessivo stress: scarsa attenzione, disturbi di memoria, difficoltà nelle relazioni interpersonali, difficoltà delle funzioni creative.

Il principale metodo che suggerisce è la meditazione, 10 minuti al giorno per migliorare la propria salute e renderla più resistente ai futuri attacchi di eccessiva ansia e stress che inevitabilmente sono presenti nella tua vita.

Gratuita per Android e iOS.

Molte volte stress e ansia incidono sulle funzioni alimentari, d’altronde si sa che l’apparato digerente è il secondo cervello, troppo spesso complice delle tue paure. Allora perché non prendersi cura di lui?!

Questa app fa parte della nostra lista proprio per questo, stress e ansia passano anche da lì e allora Recovery Record ci propone di tenere un diario alimentare, creare dei programmi da seguire e infine rispondere a dei questionari periodici con degli output grafici per monitorare il proprio fisico e verificare se il piano che si sta seguendo dona al proprio corpo un effettivo benessere.

Disponibile per Android e iOS.

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view post Posted on 9/1/2017, 09:53




Un tecnica di meditazione di origini orientali basata sulla respirazione – chiamata Sudarshan Kriya Yoga – sembra avere un effetto benefico contro la depressione anche nei casi clinici più difficili, come quelli resistenti ai farmaci. A suggerirlo è una recente ricerca dell’Università della Pennsylvania da poco pubblicata sulla rivista scientifica Journal of Clinical Psychiatry. Lo studio ha verificato un importante miglioramento dei sintomi di ansia e depressione in un gruppo di pazienti affetti da depressione maggiore resistente ai farmaci e invitati a cimentarsi in questa pratica per un periodo di tempo limitato.

Praticato anche in alcuni centri ospedalieri italiani come terapia complementare contro i disturbi depressivi e le dipendenze, il Sudarshan Kriya Yoga è una pratica di meditazione basata sul respiro che prevede l’avvicendarsi di esercizi di respirazione profonda con esercizi di respirazione rapida e intensa, che hanno l’effetto di guidare i praticanti in un profondo stato di quiete consapevole. Alcuni studi condotti in passato hanno dimostrato l’effetto benefico di questa forma di meditazione contro alcune forme di depressione lieve e contro la dipendenza da alcol, tuttavia nessuna ricerca aveva mai esplorato i suoi potenziali effetti sui casi clinici di depressione maggiore.

Lo hanno fatto oggi i ricercatori dell’Università della Pennsylvania, che hanno arruolato in uno studio 25 pazienti affetti da depressione maggiore e già sottoposti a otto settimane di cure farmacologiche senza alcun miglioramento. La metà di questi era inserita in un gruppo di controllo, mentre gli altri erano invitati a cimentarsi in un training di Sudarshan Kriya Yoga della durata di otto settimane, in un contesto di gruppo e in casa propria. Come risultato, i pazienti che avevano praticato regolarmente la meditazione mostravano un importante miglioramento dei sintomi ansiosi e depressivi al termine delle otto settimane, con un passaggio da 22.0 a 10.27 di punteggio medio nella scala di Hamilton – uno dei test più diffusi per la diagnosi della depressione - e un rispettivo miglioramento di 15.48 punti e 5.19 punti nei test di autovalutazione di Beck per la depressione e l’ansia.

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view post Posted on 8/6/2017, 07:59




La Mental Health Foundation, ente che si occupa di monitorare, informare, studiare la salute mentale nel Regno Unito, ha pubblicato il report relativo al 2017. Un’indagine estesa, che fa luce su un aspetto particolarmente rilevante: le donne sono più soggette ad ansia e depressione degli uomini. Per una serie piuttosto lunga di ragioni e ipotesi, molte delle quali includono i condizionamenti socio/culturali. Non è il primo studio che giunge a questo risultato. Ma vediamo i dati e le considerazione della Mental Health Foundation da vicino.

Le donne hanno più possibilità di riportare un momento di ‘down’ legato alla salute mentale rispetto agli uomini (70% contro il 60%). Naturalmente la depressione post partum può essere ricondotta solo alle donne (anche se esiste un equivalente maschile). Ma anche gli attacchi di panico sembrano essere più femminili (32%) che maschili (19%). Ancora, i disturbi alimentari colpiscono il 13% delle donne rispetto al 4% degli uomini. La depressione sembra colpire più le donne (45%) che gli uomini (40%). Così come le fobie (15% contro il 12%) e il disturbo post traumatico da stress (8% contro il 5%).

Non che gli uomini non soffrano di disturbi mentali, ma dalle indagini appare che ansia e depressione sono i più diffusi tra i genere femminile.

Tra le ipotesi della fondazione, c’è l’alta proporzione di donne che sono genitori single rispetto agli uomini. Gruppo nel quale si rilevano alte percentuali di problemi di salute mentale. Altro fattore che concorre, è la presenza di più figli: essendo ancora principalmente le donne ad occuparsi della casa e della famiglia, ampi nuclei possono influenzare lo stato di salute mentale delle mamme/mogli. In famiglie numerose, riporta la fondazione, c’è il doppio di possibilità che le donne sviluppino problemi mentali rispetto agli uomini. Un dato davvero significante.

Ancora, continua il report, le donne con figli tendono a dormire meno, e sappiamo quanto il sonno sia fondamentale per l’equilibrio psicofisico. Finiscono per mangiare di più come ripiego alle pressioni quotidiane. C’è anche da considerare che le donne tendono a parlare di più con amici, parenti e con professionisti dei loro problemi psico-emotivi rispetto agli uomini. E che questa apertura potrebbe influenzare i dati raccolti.

Altri aspetti che possiamo ipotizzare riguardano i condizionamenti sociali secondo cui le donne dovrebbero attenersi ad un preciso standard estetico. E’ qui che molte ragazze possono essere portate alla depressione in età adolescenziale. Si aggiungono poi le disparità di genere sul luogo di lavoro, nel processo di formazione.

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view post Posted on 13/6/2017, 08:01




L'ansia e il panico sono due disturbi complessi che ricadono nella categoria dei disturbi d'ansia secondo le classificazioni psichiatriche in voga. Ma l'ansia non dipende soltanto da traumi, stress o altre variabili psicologiche o sociali: alcune carenze nutrizionali e alimentari possono giocare un ruolo centrale nello sviluppo dell'ansia.

Alcune carenze alimentari possono mettere a rischio anche il nostro benessere psicologico, oltre che la nostra salute fisica. Ecco di quali si tratta.
Sappiamo tutti che il caffè è in grado di renderci agitati e suscettibili e questo non solo a causa del potere stimolante della caffeina, ma anche della sua proprietà drenante. Il caffè, come molti altri cibi e bevande, ostacola l'assorbimento di molti nutrienti e per questo andrebbe evitato. Ecco le 10 carenze nutrizionali che causano ansia e panico:

1 Ferro

2 Magnesio

3 Zinco

4 Vitamina b6

5 Vitamina D

6 Acido folico

7 Selenio

8 Amminoacidi

9 Iodio

10 Omega-3

Sono da evitare tutti quegli alimenti e quelle bevande che limitano l'assorbimento di queste sostanze preziose per la nostra salute, come l'alcol, il caffè, il tè nero e alcune abitudini come quella del fumo.

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view post Posted on 29/6/2017, 08:21




Una fresca insalata, con tante verdure di stagione, o una macedonia profumata e coloratissima possono certamente far venire il buon umore. Ma un alimento, per quanto bello a vedersi, ricco di nutrienti - nutraceutico si dice adesso - e gratificante al palato, può anche “curare” chi ha perso la felicità? La risposta la dà uno studio che viene dall’altro emisfero. Ed è positiva. Aggiungere un intervento dietetico personalizzato a pazienti in cura per depressione dà vantaggi aggiuntivi. E se si pensa che la durata dello studio - condotto da scienziati australiani e neozelandesi - è di sole 12 settimane, tempo brevissimo per valutare l’impatto di un regime alimentare, il risultato è ancora più rilevante. Così come è importante il fatto che si tratti di uno studio controllato e randomizzato. Ovvero - spiega Luigi Fontana, professore di Nutrizione all’università di Brescia e alla Washington University a St. Louis - il gold standard per capire se un intervento dietetico o meno funziona davvero, o no.

Lo studio ha scelto 67 pazienti, poi divisi in due gruppi. Ad un gruppo è stato aggiunto un intervento dietetico personalizzato. Aggiunto, ovviamente, poiché tutti e 67 erano in cura con psicoterapia o farmaci, o tutte e due le cose insieme. Alla terapia è stato affiancato un intervento nutrizionale seguendo il modello che i ricercatori hanno definito ModiMed-Diet, ovvero la dieta mediterranea modificata, un mix tra linee guida greche e australiane. Per migliorare la qualità nutrizionale dei pazienti, privilegiando in particolare dodici categorie chiave di alimenti: cereali integrali, verdura e frutta, legumi, prodotti caseari magri e senza zucchero, noci, pesce, carne rossa magra, pollo, uova e olio d’oliva. Contemporaneamente veniva proposta una riduzione di dolci, cereali raffinati, prodotti fritti o di fast food, carni processate e bevande dolci. Tutto sotto il controllo di un dietista. I risultati dello studio Smiles (smile come sorriso, ma in realtà è l’acronimo di Supporting modification of lifestyle in lower emotional states) dopo appena tre mesi sono significativi: nel gruppo trattato il 32% ha mostrato una remissione dei sintomi, contro solo l’8% del gruppo di controllo. Con una precisazione dei ricercatori: hanno risposto meglio i pazienti che seguivano una dieta peggiore. E cambiare regime alimentare non si è neppure rivelato più costoso, anzi: a fronte di una media settimanale di 138 dollari australiani a settimana, i pazienti che hanno modificato la loro dieta ne hanno speso solo 112.

Che un regime alimentare corretto identificato ormai da quasi tutti i ricercatori con quello mediterraneo - sia preventivo per molte malattie è cosa nota. Ma adesso si va oltre: la dieta può anche curare. E non solo diabete e malattie cardiovascolari ma appunto anche quelle che riguardano l’insondabile mistero delle patologie neurologiche. «E anche se non conosciamo del tutto i meccanismi - continua Fontana, autore di “La grande via”, libro in cui si traccia appunto la strada verso una vita sana attraverso alimenti, meditazione e attività fisica - possiamo certamente affermare che una dieta a più alto valore qualitativo abbia effetti antinfiammatori e diminuisca l’insulinoresistenza. E adesso anche che può essere efficace nel trattare la depressione. Visto poi il consumo massiccio di antidepressivi, persino nei bambini, credo sia un buon intervento per arginare l’epidemia di malessere».


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view post Posted on 20/7/2017, 08:12




Anziani dipendenti da soap e programmi tv, la pausa estiva disorienta gli over 60. Sciariell e Giletti i conduttori più amati.

Non basta la programmazione estive per sostituire le classiche trasmissioni invernali, che riempiono con qualità e quantità i palinsesti tv. Secondo uno studio realizzato dal portale “Spot and Web”, in collaborazione con l'associazione “Donne e qualità della vita”, c'è infatti una vera e propria sintomatologia che colpisce gli utenti: la sindrome di astinenza da trasmissione o conduttore tv. Interessa circa il 30% del pubblico televisivo, in particolare gli over 60, che nel 71% dei casi ne soffrono durante i lunghi e caldi mesi estivi.

I sintomi principali, secondo la ricerca, sono: mal di testa e disorientamento (42%); nervosismo e sudorazione eccessiva (39%); telecomando-dipendenza e continuo zapping nella speranza, vana, di trovare i volti televisivi amati (33%); ricerca spasmodica su riviste e giornali per vedere cosa va in onda alla tv (28%); principi di depressione, coltivata anche dalla solitudine tipica degli anziani soli a casa in agosto (23%); stanchezza cronica e mancanza di stimoli (19%); insonnia, causata dalla preoccupazione di non avere il solito sostegno della televisione il giorno successivo (14%); perdita dell’appetito, non avendo come compagna di pasto la propria trasmissione preferita (10%); calo drastico di rapporti sociali dovuti anche all’astinenza da programmi televisivi (7%); disfattismo e catastrofismo dovuti all’assenza di punti di riferimento nel piccolo schermo (4%).

A creare più scompensi emotivi è l’assenza dal video di Federica Sciarelli, conduttrice di “Chi l’ha visto”. Per il 20% manca la capacità della giornalista di analisi dei fatti di cronaca, affrontati in un modo civile e sempre rispettoso del dolore delle persone. Segue Massimo Giletti col 16,5% delle preferenze: la sua “Arena” su Rai 1, campione d’ascolti della domenica pomeriggio, è uno degli appuntamenti di cui si sente maggiormente la mancanza durante l’estate mediatica. Indispensabili l'educazione e la professionalità del conduttore. Ultimo gradino del podio per Antonella Clerici. Nessuna soap tiene testa alla “Prova del cuoco”, appuntamento insostituibile per il 14,5%. Seguono a distanza Maria de Filippi (12%), Carlo Conti (10%) e Barbara d’Urso (9%). Re e regine della tv, capaci di ritagliarsi un posto speciale nei cuori di tanti telespettatori.

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