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Anziani: come comportarsi con il caldo

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Aura Assistenza
view post Posted on 23/6/2017, 08:17




Ecco il vademecum del Ministero della Salute dedicato ad anziani e bambini.

Attenti al caldo! Nelle giornate estive particolarmente torride, questo avvertimento può sembrare scontato, ma fornisce l’occasione per approfondire alcuni argomenti legati alle complicanze delle temperature elevate. Sono soprattutto gli anziani, in particolar modo i malati cronici (cardiopatici, diabetici etc.), le persone più a rischio di complicanze, a causa di un sistema di termoregolazione compromesso dall’età. Queste persone non andrebbero mai lasciate sole per lunghi periodi.

L’evenienza più grave, ma per fortuna più rara, è rappresentata dal COLPO DI SOLE (insolazione), che si manifesta a seguito di un’esposizione diretta e prolungata ai raggi solari. Può essere o meno associato al colpo di calore.
Il primo sintomo è rappresentato da un improvviso malessere generale, cui seguono mal di testa, nausea e sensazione di vertigine. Si può avere perdita di conoscenza. La temperatura corporea aumenta rapidamente (in 10-15 minuti) fino anche a 40-41°C, la pressione arteriosa diminuisce repentinamente, la pelle appare secca ed arrossata, perché cessa la sudorazione, un meccanismo di refrigerazione fisiologico, che funziona finché c’è acqua in eccesso nell’organismo, dopodiché cominciano i problemi.

Cosa fare? Chiamare sempre al più presto un medico; nell’attesa distendere la persona in un luogo fresco e ventilato, con le gambe sollevate rispetto al resto del corpo; utile massaggiarle dal basso verso l’alto. Per abbassare la temperatura corporea porre una borsa di ghiaccio sulla testa, avvolgere la persona in un lenzuolo o un asciugamano bagnato in acqua fredda, o meglio ancora, immergerla totalmente nell’acqua; se possibile somministrare un farmaco antipiretico (paracetamolo ad esempio); il soggetto va poi reidratato con acqua fresca, zucchero e sale. Utili le soluzioni contenenti integratori salini (sodio e potassio soprattutto) facilmente reperibili in commercio. Non somministrare mai bevande alcoliche che peggiorerebbero lo stato di shock.

Altre complicanze, più comuni rispetto al colpo di sole, ma altrettanto critiche sono il COLPO DI CALORE ed il COLLASSO DA CALORE. Queste sindromi non sono legate necessariamente all’esposizione al sole, potendosi manifestare anche in ambiente chiuso, ma sono provocate da condizioni ambientali di elevata temperatura esterna (si possono manifestare però anche con temperature di 30-35°C), ridotta ventilazione e soprattutto elevata umidità relativa (maggiore del 60-70%), che non consente all’organismo un’adeguata dispersione del calore corporeo tramite la sudorazione.

Oltre a queste patologie piuttosto serie, sono legate alle alte temperature estive situazioni minori, come senso di pesantezza e gonfiore agli arti inferiori, soprattutto nelle persone che soffrono di varici, dovuto al rallentamento della microcircolazione sottocutanea.

Seguire alcuni accorgimenti può dare un certo sollievo, come tenere le gambe sollevate, più alte rispetto della testa, dormire con un cuscino ai piedi del letto; in viaggio fare delle soste e passeggiate, al mare camminare a lungo con l’acqua all’altezza delle cosce.

Altra evenienza legata alla calura è rappresentata dalla congestione, dovuta all’introduzione di bevande ghiacciate in un organismo surriscaldato.

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Aura Assistenza
view post Posted on 26/6/2017, 07:58




L’alimentazione diventa di particolare rilevanza nel periodo caldo: come prima cosa, è necessario regolare l’apporto di acqua, di vitamine e di sali minerali. Infatti, in caso di inadeguata assunzione di liquidi, può insorgere uno stato di disidratazione; questa condizione si verifica quando l’introduzione di acqua, tramite liquidi e cibi, è inadeguata rispetto ai fabbisogni dell’organismo: in caso di sudorazione elevata, molto probabile appunto in estate, oppure in caso di diarrea o vomito.

L’acqua costituisce quindi un alimento fondamentale, al quale fare ricorso con costanza. Sono proprio gli anziani a dover prestare particolare attenzione, in quanto lo stimolo della sete spesso diminuisce con l´età avanzata, oppure le persone stesse si trattengono dal bere perché temono l’incontinenza urinaria, o ancora ritengono pericoloso un eventuale accumulo di liquidi.

È invece importante ripristinare la quantità di liquidi persi attraverso la sudorazione immettendo nell’organismo otto bicchieri di acqua al giorno, cioè circa due litri di liquido, facendo attenzione che la temperatura della bevanda non sia eccessivamente bassa: la temperatura ideale, che permette un veloce assorbimento e un giusto raffreddamento, è intorno ai 10 gradi.

Bevendo in modo adeguato, oltre al reintegro dei liquidi persi si hanno diversi altri vantaggi: si combatte la stipsi, in quanto l’apporto di acqua permette di ammorbidire le feci, i reni funzionano in modo adeguato e la pelle si mantiene idratata.

L’unica eccezione a quanto consigliato è rappresentata dalle persone che soffrono di epilessia o malattie del cuore, rene o fegato, o che hanno problemi di ritenzione idrica. In questi casi è necessario consultare il medico prima di aumentare la quantità di liquidi introdotti.
Ottimi sono anche i succhi di frutta e le tisane, anche se vanno assunti con moderazione in quanto contenenti zuccheri e sempre in assenza di patologie che ne sconsigliano la somministrazione.

Vanno invece sempre evitate le bevande gassate, perché producono dilatazione gastrica e tensione colica. Va anche limitato l’uso di caffè e tè, che agiscono sul sistema nervoso in termini eccitanti e hanno effetti di vasocostrizione che possono contribuire a determinare un’ostruzione dei vasi sanguigni. Analogamente, è opportuno evitare le bevande alcoliche, che deprimono i centri nervosi e stimolano la diuresi, condizioni entrambe sfavorevoli alla dispersione di calore.

Esistono poi alimenti da non introdurre in eccesso, poiché i loro processi di decomposizione portano alla produzione di acidi che alterano il pH (indicatore dell’equilibrio acido-basico dell’organismo, i cui livelli fisiologici sono intorno a 7,4). Se il livello di acidi nel sangue sale troppo, non è più possibile alcun intervento di controbilanciamento omeostatico, così che si produce uno stato di acidosi cronica che corrode i vasi sanguigni e determina un aumento del colesterolo, un aumento della pressione arteriosa e malattie cardiovascolari.

Un’azione acidificante dannosa è prodotta sia dall’introduzione di una quantità eccessiva di cibo, sia dall’introduzione in misura esagerata di proteine animali, zuccheri e latticini. Da qui si ribadisce l’importanza di una dieta equilibrata, composta da frutta, verdura, proteine vegetali, carboidrati buoni e grassi buoni in rapporto adeguato.
Frutta e verdura sono alimenti ricchi di sali minerali, vitamine, antiossidanti e sostanze protettive delle membrane cellulari. Oltre a ciò, è importante assumere cibi ricchi di fibre (cereali, legumi e alcuni frutti come le mele), i quali da una parte trasmetteranno quel senso di sazietà che permetterà un adeguato apporto di cibo e dall’altra contribuiranno a migliorare la funzionalità intestinale.

Altri alimenti che devono essere presenti nella dieta degli anziani sono il calcio e il ferro.
Il calcio è contenuto nel latte e nei formaggi (che presentano un rapporto calcio/fosforo ottimale per l’organismo), nello yogurt e nel pesce. Il calcio è importante nell’alimentazione degli anziani perché combatte la fragilità delle ossa, condizione già collegabile al rallentamento delle secrezioni delle ghiandole endocrine (ghiandole sessuali e ipofisi) e alla carenza di vitamina D.
Il ferro è necessario alle persone anziane, in quanto particolarmente esposte al rischio di una sua carenza. Aumentiamo allora il consumo di legumi, radicchio verde, spinaci, uova, tonno in scatola, carne rossa e petto di pollo. Una dieta equilibrata deve prevedere anche questi alimenti, la cui mancanza può essere concausa di anemia.

Il fabbisogno nutrizionale giornaliero deve essere fornito da tre pasti (colazione, pranzo e cena), ed eventualmente uno spuntino a metà mattina e uno al pomeriggio.
La colazione deve essere leggera, possibilmente costituita da qualche biscotto o da pane e marmellata, con una bevanda come caffè, caffelatte (sempre se non c’è un’intolleranza specifica). In alternativa, si può consumare uno yogurt o frutta fresca.
Il pranzo è il pasto principale e deve prevedere pane e cereali, alimenti proteici come carne o pesce o uova, verdura e frutta fresca. I grassi vanno dosati in piccola quantità e usati a freddo come condimento.
La cena deve essere leggera. Un pasto abbondante rende la digestione lenta e laboriosa e disturba il sonno. Andranno bene minestre leggere e verdure preferibilmente cotte perché di più facile digestione. Inoltre, a pranzo e a cena possono essere consumati piatti unici freddi come insalate di riso o pasta, oppure carpacci di carne o di pesce. Si sconsigliano salumi e formaggi stagionati perché contengono sale e sequestrano così acqua.
Lo spuntino (uno a metà mattina e uno al pomeriggio) può essere fatto con frutta fresca o frullato di frutta o con un gelato.

È sempre bene evitare pasti abbondanti, che rallentano la digestione e aumentano la sensazione di calore, e cibi troppo caldi.
In ultimo, si ricorda che il caldo e l’estate possono causare, oltre ai problemi sopra indicati, anche manifestazioni psichiche come ansia e depressione, in quanto l´afa sarebbe responsabile dell’alterazione dei livelli di elettroliti (soprattutto sodio e potassio), che provocherebbe una leggera ipertensione, oltre a episodi di aritmia. Il rischio psicologico connesso a questa condizione è evidente.
Ricordiamo che l’anziano può trovarsi spesso in una posizione di isolamento e solitudine. Tutto questo provoca stati d’ansia che si manifestano con vari sintomi come tachicardia, vertigini, grave senso di stanchezza, inappetenza, situazioni spesso scambiate per problemi fisici.

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